martedì 25 dicembre 2012

Malinconico Natale

Sento, leggo, vedo che tutti, sta mattina, si sono alzati e, assieme ai loro cari, hanno aperto i regali. Per me non è stato così. Sono qui a scrivere, nell'attesa che mia madre finisca di lavorare. Non potete sapere quanto sia malinconico questo Natale. Nonostante i messaggi con scritti gli auguri, i saluti e tutte quelle cose tenere, mi sento un po' triste. Una madre al lavoro, i figli che l'attendono a casa. Una madre che deve portare i soldi a casa per riuscire a mangiare. Io mi sento impotente, inutile. Vorrei tanto poter aiutarla. Andare a lavorare al posto suo. Perchè lei è stanca. Stanca di spaccarsi il culo per un pugno di euri. Spero solo che questa mattinata passi in fretta e che la porta si apri velocemente. Così potrò abbracciare mia madre e festeggiare il Natale con lei. Magari tutta questa malinconia sparirà. Questa tristezza che avvolge il mio cuore pure.

giovedì 20 dicembre 2012

Un solo burattinaio che ci manipola.

Siamo tutti esseri umani. Esseri umani fatti da atomi e cellule simili. Allora perchè tutta questa discriminazione? Tutta questa violenza? Così tanta rabbia? Cosa spinge una persona a insultare, a discriminare, ad odiare un'altra persona? Lo vorrei sapere. Sapere perchè se uno si differenzia dalla massa vestendosi in un certo modo, comportandosi in un certo modo, viene deriso o insultato. Perchè il diverso viene descriminato e la pecora che segue il gregge no? Anche perchè così sembra che siamo tutti burattini. Burattini che appartengono ad un burattinaio. Un solo burattinaio che ci manipola.

domenica 9 dicembre 2012

Devi cercare il puntino bianco in un oceano nero.

Solo imperfezione.

"Cosa scrivere? Come riempire questo foglio? Per quale futile motivo dovrei infrangere la purezza del bianco di questo foglio, con goccie d'inchiostro nero? " Domande che mi faccio spesso. Domande che mi assalgono la mente ogni voltra che mi ritrovo qui, a scrivere. A pensare cosa poter sputare in questo spazio di pura libertà. Libertà per la mia vita, per il mio passato. Per l'immaginazione. Ma non mi viene in mente niente. Solo una cosa. Parole. Parole per cercare di colmare il vuoto del foglio, nonostante sia perfetto. Perchè nel vuoto non c'è nulla. E come fa il nulla, visto che non esiste, ad essere imperfetto? E io lo rendo imperfetto scrivendoci sopra, perchè a questo mondo non c'è nulla di perfetto. Nemmeno una piccola cosa. Solo imperfezione. Cose che non ci vanno bene. Persone cattive. Passato cruento. Ricordi lontani, ma malvagi e oscuri. Quindi, nell'imperfezione delle mie parole, cerco di creare un mondo perfetto, rompendo la perfezione di un'altra cosa. Visto?! Pur creando una cosa che per me è perfetta, ne rendo imperfetta un'altra. Solo imperfezione. Imperfezione in un mondo che prima era perfetto, ma col tempo, con la nascita dell'uomo, portando morte e distruzione, sta diventando imperfetto. Imperfezione su un foglio che prima era perfetto, ma col tempo, con la mia scrittura, portando parole e punti, sta diventando imperfetto.

Ipocrisia in un mondo che non è il mio.

"Questo sito, per quanto possa raccogliere i liberi pensieri, è pur sempre gestito da un velo di ipocrisia.
Io stessa sono ipocrita. Perchè mi adeguo quotidianamente a vivere in una realtà scomoda e non mia, quando invece dovrei uscirne fuori e vivere la mia vita a modo mio con le mie regole e le mie leggi"
-Cit. La grande malata immaginaria

venerdì 7 dicembre 2012

Fiocchi di speranza.

Immobile alla scrivania a fissare il mondo che si trova fuori dalla finestra. Non vedevo altro che un cielo nuvoloso e una città ormai troppo grigia. Senza vita. Senza felicità. A metà tra l'autunno e l'inverno. Solo morte. Morte della vivacità della mia Milano. Solo lavoro. Solo scuola. Solo immobilità. Caoticismo. Poi eccolo. Il primo fiocco di neve. Si posò atterra. Ridiede vita alla città. Dopo di lui una serie di altri fiocchi. Fiocchi di speranza. Speranza di ridar vita alla mia Milano. Agli adulti. Vita ai ragazzi e ai bambini. Riprende la movida. Il sorriso ritorna a posarsi sul viso delle persone. Ogni persona ritrova la scintilla che è in se. Dimentica il passato, i problemi, anche solo per un istante. Un istante di magia. Un momento di felicità. Niente più lacrime. Niente più preoccupazioni. Niente più odio. Niente più spettri del passato. Per un momento possiamo anche dire addio alla maschera e alla voragine che è addosso e dentro di noi. Dopo la serie di fiocchi dolci, una tormenta violenta. Così violenta che rende tutto bianco. Tutto annebbiato. Ci circonda. Nonostante sia fredda, ci fa sentire vivi e felici. Bianca, il nulla. Ma nonostante ciò ridà la felicità e la speranza alla gente. Sta circondando i ricordi e riempiendo la voragine per qualche istante. Solo ricordi e momenti felici. Soave tormenta di neve. Continua a riempire la Voragine, anche al costo di straripare. Allevia un po' il mio dolore come quella "persona" sta facendo da un po'. Ricordi quasi sconfitti. Grazie a te, tormenta, e grazie a voi, fiocchi di speranza, son riuscito a vedere il fondo della Voragine. Sembra stupido, ma anche il più piccolo fiocco di neve, per quanto momentaneo sia, può cambiare le emozioni di una persona. E anche se tutto ciò fosse un'illusione, voglio crederci. Credere di aver quasi bruciato gli spettri e di aver visto il fondo della mia Voragine.

Neve e calore


Dicembre, in montagna, 7 gradi sotto zero. La neve cade lenta, minuscoli fiocchi candidi scendono dal cielo, colorato di un bianco panna che fa venire fame. I tetti delle case sono innevati e le cime delle montagne anche. Cammini per la strada, scivoli e cadi, in quel metro e mezzo di neve soffice che la ricopre. Ti rotoli in essa e senti le guance a contatto con il freddo e i cristalli che si sciolgono appena toccano la tua calda e viva pelle. Torni a casa fradicia, ti spogli, entri in doccia e senti la tua anima che si riscalda, l'acqua bollente che crea rigagnoli sul tuo viso. Poi ti asciughi, avvolta in un etereo panno morbido, e ti vesti come solo tu sai fare. io sono in sala intento ad appiccare il fuoco ai legni nella stufa, con la sigaretta in bocca. Mi giro verso di te che ti avvicini. Sei bellissima, profumi come un fiore, i capelli sciolti sulle spalle, le guance rosee, e gli occhi persi nel nulla, come se cercassi di guardare qualcosa che sta oltre cio che vedi, brillanti, di chi ha la mente occupata da desideri e speranze. Penso che ti amo, che la mia vita senza te è insignificante come quella di una larva, immatura. con te prende una forma, bella e senza imperfezioni. Mi alzo e ti vengo incontro. Ti bacio. Ti amo davvero.

- Caos

Fato o volontà umana?

Si dice che l'uomo sia destinato a compiere grandi imprese. Ma secondo chi? Rispetto a cosa? E' destinato a farlo solo perchè l'uomo stesso l'ha detto. Non c'è nessun motivo per cui debba farlo. Si pensa che tutto ciò che ha fatto, sia frutto dell'evoluzione, sia un progresso. Ma in realtà non sta facendo altro che rovinare l'equilibrio cosmico della realtà. Distrugge la natura. Ogni giorno ferisce Madre Natura. Va in contro a chissà quale legge che ci governa. Non pensa che magari l'uomo, un'essere vivente come altri, sia destinato solo a morire. Niente imprese, solo infrangimenti di leggi e della realtà. Modifica lo spazio perchè non gli va bene. Non si adatta, non ha le capicità per farlo. Questo mondo è semplicemente ricoperto da una maschera costruita e plasmata a piacere dall'uomo in millenni di esistenza. E chissà per quanti anni questo plasmamento continuerà. Ma se non fosse voluto dall'uomo? Potremmo essere semplici pedine mosse da un'entità superiore. Può essere che il nostro destino sia già scritto. Che il fato ci manipoli. Il fato che ci fa fare tutto. Nessuna volontà, nessun autocontrollo. Nessuna azione volontaria. Tutto voluto dal cosmo.
L'uomo crede di essere grande, onnipotente, destinato a chissà cosa. In realtà non è altro che una semplice, piccola, minuscola pedina destinata ad essere mangiata.

giovedì 6 dicembre 2012

Inizia la battaglia.

Inizia la battaglia. La battaglia tra il mio Ego e i miei ricordi. Non è una battaglia, uno scontro, un duello equilibrato. Loro sono quntitativamente maggiori. Il mio Ego qualitativamente migliore. Il campo di battaglia sono i margini di quella Voragine. Quando qualcuno cadrà, soccombrà in essa. I miei ricordi lì sembrano più forti, più grandi, imbattibili. La Voragine si espande. Ma il mio Ego è lì per resistere, per combattere. Quindi inizia. Inizia a lottare. Ad affrontare i ricordi, a riviverli nuovamente. Ma ci sono ricordi ormai scomparsi da un po'. E' come se li stesse vivendo per la prima volta. I ricordi per il momento stanno vincendo. Ma grazie a quella "persona", ho scoperto che il mio Ego brilla. Quindi devo solo trovare la scintilla che lo faccia ardere del tutto. Ardere in modo da bruciare e sconfiggiere i ricordi. Ardere per saldare quella Voragine. Quella Voragine di cui inizio a intravedere il fondo. Non è più così infinita.

mercoledì 5 dicembre 2012

La prima mossa spetta a me.

Ecco. Mi ritrovo sulla scacchiera. Un pedone, sono solo un pedone. Un singolo pedone contro altri pedoni, torri, cavalli, alfieri, re e regina. Fare la prima mossa spetta a me. La Voragine o tutto il resto? Prima il resto. La Voragine è ancora troppo grande, troppo profonda, immensa. I ricordi e gli spettri del mio passato continuano a scavare, sempre più profonda, sempre più gande, sempre più imbattibile. Nonostante ciò non riesco ad affrontarla. Lei è la Regina, io il pedone. Quindi mi muovo verso gli altri pedoni. Nonostante siano maggiori di me, mi faccio forza. La forza proviene da tutte quelle persone che mi sono vicine, ma soprattutto da quella " persona".  Lei vorrebbe prendersi parte della mia Voragine. Alleggerire un po' questo peso, questo immenso peso. Ma non posso lasciarglielo fare. La Voragine è mia. Causa del mio dolore, delle mie sofferenze. Non voglio che venga coinvolta pure quella persona. Il dolore è mio. Il passato è mio. La prima mossa dev'essere la mia. Ma grazie comunque. Questa partita la devo combattere da solo. Mangiare pedina per pedina, inclusi re e regina. Però devo stare attento a non farmi mangiare. A non farmi eclissare dai ricordi, dagli spettri, dalla Voragine. La partità è iniziata. La partita è lunga. Le forze sono poche. Il tempo pure. Ma devo resistere. Sarà dura. Ma devo combattere. Voglio combattere. Re e Regina, io sono un semplice pedone, ma riuscirò a mangiare pure voi.

lunedì 3 dicembre 2012

Lettera a Caos

Caos,
le apparenze ingannano. Come ho già detto molti portano una maschera. Io ho sempre portato , credo che la porterò ancora per molto, "La Maschera". Perchè la gente, le persone, i compagni, i professori, fingono di sapere, vogliono sapere ciò che non gli spetta.
Scrivo con il cuore in mano, per questo penso che ti arrivino le mie sensazioni. La scrittura è il mondo, il mio mondo, dove mi rifugio. Con lei posso passare ore, giorni, mesi a parlare senza preoccuparmi. Perchè so che non verrò giudicato, che la gente non proverà compassione, che le persone non fingeranno di capirmi.
Dubito che tu sia uguale a me. Non lo dico perchè sono presuntuoso, ma perchè dubito che tu possa aver passato, vissuto, visto e sentito ciò che ho vissuto io. Ma tu non lo puoi sapere, non perchè tu non voglia farlo, ma perchè la voragine di cui avrai letto, non la conosce quasi nessuno e quasi nessuno sa il perchè di tutto cio. Ma ti ringrazio comunque. Ti ringrazio per il fatto che tu mi stia vicino. Ti ringrazio perchè credi in me. Perchè ti sei sforzato di capirmi. Grazie.
Hand

sabato 1 dicembre 2012

Una sottile linea tra la realtà e l'immaginazione

Cos'è che divide la realtà dall'immaginazione? Una sottile linea. Un filo di seta. Se la superi rischi di non tornare indietro. Rischi di crearti un mondo immaginario e rifugiarti in esso, per sempre. Io l'ho fatto. Ora sto combattendo per aprire gli occhi. C'è qualcosa che me lo impedisce. Vivere la realtà e soffrire o nascondermi ed essere felice? Quindi mi ritrovo in bilico su questo filo. A volte perdo l'equilibrio e non so se cadrò da una parte o dall'altra. 
Sono lì, che cammino. Continuare a camminare su quel filo non sarebbe male. Vivere un po' da una parte e un po' dall'altra. Non sarebbe male. Ma non si può. Non si può essere bianco e nero allo stesso momento. Per farlo dovrei indossare "la Maschera", ma non voglio farlo. Quindi devo decidere. Felice senza ostacoli o combattere per essere felice. Quale strada prendere? Ci penso. Ma non trovo soluzione. La voragine con cui lotto, con cui combatto, mi distrae da tutto ciò. Però se ho trovato la forza per combattere contro i ricordi, gli spettri del mio passato, posso riuscire a combattere anche la realtà. Però io sono una pedina, una semplice pedina. Loro sono il re e la regina. Ma mi hanno detto che anche una semplice pedina può mungiare il re. Quindi devo solo aspettare. Aspettare che il mio appetito aumenti. Così da dilaniare spettri, ricordi e regine.
Non so se vivere o morire. Ridere o piangere.
Stare immobile o correre. Amare o odiare. Quanta indecisione.
Quanta confusione. Nella mia testa, solo il Caos...

giovedì 29 novembre 2012

Tra la punta della penna e il bianco del foglio.

Vorrei vivere tra la punta della penna e il bianco del foglio. Camminare sopra le lettere, le parole. Scivolare su ogni punto, sulle virgole. Nascondermi in questo mondo dove tutto può accadere. Dove tutto può realizzarsi. Ed è anche per questo che scrivo. Perchè questà realtà, la realtà della scrittura, è fantastica, speciale, spettacolare. 
I ricordi svaniscono, non prendono il controllo. Li posso manipolare. Far diventar ciò che è brutto, bello. Costruirmi un passato che non ho mai avuto. Farmi un'infanzia, che mi è stata privata. Provare emozioni, sentimenti, che altre persone hanno provato. 
Ma purtroppo, quando stacco la penna dal foglio, tutto ciò svanisce. Così sprofondo in quella voragine, ormai immensa.

martedì 27 novembre 2012

H: "Il tempo è il segreto di tutto"
S: "Ma io odio il tempo"
H: "No, non è vero. Non lo odi. Pensi di odiarlo perchè non hai ancora imparato ad apprezzarlo"
S: "Io apprezzo il tempo quando lo passo con te"
H:"Quindi non lo odi, stai imparando ad amarlo"
S: "Sì..."
Molti di noi, la maggior parte di noi, indossa una maschera. La indossiamo per coprire emozioni. Per coprire il passato. Ma poi arriva il momento in cui ti stufi di tutte queste bugie. La vorresti gettar via, questa stupida maschera. Ma non ce la fai da solo. Infatti c'è quella persona che appare dal nulla. Quella persona con cui sei veramente te stesso. Ed è così che capisci che è quella giusta. Ed è così che capisci che tramite lei, anzi assieme a lei, puoi sconffiggerla, quella maschera. Infatti ti ritorna la volgia di sviluppare e saziare le tue passioni. La scrittura, per esempio, la passione per scrivere, ritona. Inizi a scrivere ogni giorno, in ogni momento. Riesci a combattere il vizio della maschera. Riesci a portarla solo in alcuni giorni, mostrando al mondo come sei realmente. Quindi, grazie "Persona".

lunedì 26 novembre 2012

Alcune parti del nostro passato, a volte, vanno messe in un cassetto. Dovremmo chiuderle lì, lasciandole da sole a prender polvere. Però non sempre è possibile farlo. Alcuni ricordi sono troppo impressi per scordarli. Anche se questi son lontani, non riescono a scomparire. Ti inseguono per tutta la vita, ti tormentano. Anche se ne parli con la gente, non se ne vanno, anzi diventano più forti e ti colpiscono ogni giorno. Facendoti una ferita, marcandola ogni giorno sempre di più. Così da un piccolo graffio, questa ferita, diventa una voragine immensa. E in questa voragine riecheggiano i ricordi lontani. E ti tormentano. Riaffiorano immagini. Si sentono voci e frasi, nomi e parole. Riprovi le stesse sensazioni, le stesse emozioni. La paura e la tristezza sono le stesse. La paura che una persona a te vicina, troppo vicina, ti stia fecendo del male. E poi, quella persona, la lasci alle spalle. La lasci morire, anche se il suo ricordo, con le tue paure, rimane. E dopo anni ricompare questa persona. La stessa persona che ti sembrava tanto grande, mostruosa, gigantesca, ma che ora non è solo che un poveraccio che ti fa pena. Cerca di ricreare rapporti mai avuti, sensazioni mai avute. Ma non funziona. Ti fa solo schifo e pena quella persona. La stessa persona che ti ha fatto provare paura, ora è lì, davanti a te, con la paura di morire senza esser perdonata. Ma tu non ci caschi di fronte a tutte quelle parole,tutte quelle frasi, tutti quei gesti. Ma lo perdoni comunque dicendogli che è l'unica cosa che puoi fare. Così arriva la sua ora. La signora Morte se la viene a prendere. E tu ti presenti al funerale, senza una lacrima in viso, senza un po' di lucido negli occhi. Qulche emozione? Sì. Tristezza?! No, compassione e disgusto per un uomo che ha sbagliato a comportarsi, anche prima della tua nascita.
          
Cara Storm,
ti ho già detto che non so scrivere lettere e che per me non sono una gran forma di scrittura. Ti starai chiedendo " allora perchè la scrivi?", la scrivo per rispondere alla tua di lettera. Per rispondere a quella lettera che mi ha quasi fatto versare una lacrima. La scrivo per far sapere al mondo quanto sia felice a passare con te ogni giorno. La scrivo per ringraziarti di aver messo a posto quella confusione nella tua testa e aver scelto me. Odio le lettere anche perchè ogni volta non so mai che scrivere sopra questi fogli. Non so mai se quello che scrivo sia giusto o sbagliato. Non so mai se la persona che la leggerà, dopo averla letta, questa dannata lettera, sarà felice o cosa. Quindi ora sono qui, titubante, con le mie incertezze e penso " la pubbolico o cosa?! La finisco di scrivere?! ma anche se fosse, cosa ci scrivo sopra?!". Vedi, non avevo mai scritto una lettera a una persona a me cara, ma in questo momento ne sento il bisogno. Ed è anche per questo che la sto scrivendo. Probabilmente questa lettera non ha senso, anzi ne sono certo, non ha senso. Poi pensa a cosa sta pensando la gente che legge! Devi sapere che ti sto scrivendo con il cuore in mano. Ti sto scrivendo per farti arrivare le mie emozioni, ma so già che non ci riuscirò. E' che queste stupide lettere mi bloccano. Non riesco a buttarci sopra parole e farle vivere. Non riesco a dare libero sfoga alla mia Mano. E non riesco nemmeno a catturare quel famoso uragano con 'ste lettere. Probabilmente in questa lettera si vedono solo parole, solo vocali e consonanti, solo lettere. Solo macchie nere su un foglio bianco. E in questo momento tu mi sta mandando messaggi, rendendo la cosa ancora più difficile. Perchè la mia mente corre subito da te, trascurando ancor di più questa lettera. Quindi sappi che non riuscirò mai a trasmetterti le mie sensazioni attraverso una lettera, ma la scriverò per onorare le tue di lettere. Quelle lettere tanto colme di gioia, di amore, di tristezza e di odio che la mia in confronto è solo una stella ormai morta, un punto nello spazio, un punto senza luce, il nulla.
Tuo, Hand
E la notte cala. Le temperature si fanno rigide. Le tue più profonde paure si fanno enormi. Queste ti assalgono dall’interno, dilaniando e divorando ogni pezzo di serenità e felicità in te. Così facendo, i tuoi più remoti, oscuri e tristi ricordi ti assalgono la mente. Il tuo cuore, da rosa e fresco come una rosa, si accartoccia, appassendo e diventando così un ammasso di tessuto pieno di pieghe e sembra che inizi a decomporsi. Il tuo viso assume un’espressione orrida. I tuoi occhi diventano di ghiaccio. Ancheil più  piccolo cenno di un sorriso svanisce e la tua bocca assume un’espressione di imperitura tristezza. Il tuo corpo diventa rigido e fermo. I brividi ti percorrono tutta la spina dorsale facendoti venire la pelle d’oca. Cerchi di trovare un po’ di conforto e un po’ di felicità in qualcosa che è nella tua stanza. Ma tutto è nero, tutto è ombra. Non riesci più a distinguere il colore e le forme degli oggetti. Pian piano sembra che tutto svanisca nel nulla. Così tu rimani solo con le tue più orride paure e una sensazione di tristezza che ti fa ghiacciare l’anima, sempre ammesso che ci sia ancora. Allora cerchi di scaldarti avvolgendoti e abbracciandoti nelle coperte e spingendo la testa nel cuscino, nel tentativo di far tornare tutto alla normalità e di riscoprire la gioia di esser nuovamente vivo. Ma tutto è invano. Le tenebre ti circondano e estirpano dall’aria ogni briciolo di tranquillità. Così tutto è oscuro, triste, freddo e senza vita. Forse la morte sarebbe meglio. Chiudi gli occhi cercando di disegnare un posto sereno e cerchi di immergerti in quel mondo immaginario, ma tutto fallisce e al posto di immagini belle, ti scorrono davanti i momenti più brutti della tua vita. Quindi ti addormenti con quest’immagine rivivendo, nei tuoi sogni, le tue paure e i tuoi ricordi più oscuri e paurosi. Ed è solo quando la mattina arriva, quando il cielo si schiarisce, quando calda luce del sole penetra attraverso la finestra e ti riscalda il viso, che tutto svanisce. La tua anima si scongela. La tua felicità ritorna dal mondo dei morti e si ricompone mano a mano. La tua bocca torna a sorridere. I tuoi occhi si illuminano. Il tuo cuore, proprio quando sembrava finita per lui, sboccia nuovamente, diventando più bello di quanto non fosse prima. Tu apri gli occhi, ormai colmi di vita, ti guardi in giro e vedi che ogni cosa ha riacquistato forma e colore. Così ti torna la voglia di vivere e di rischiare. La voglia di fare tutto ciò che non hai mai fatto. Perché la prossima volta che riproverai tutto ciò che hai provato durante la notte passata, potrebbe essere l’ultima volta che la provi. E se così fosse e tu non avrai fatto tutto ciò che avresti voluto fare , sentendoti così vivo, farai vincere le tenebre che mieteranno sempre più persone felici, risucchiando la loro felicità e la loro serenità. E se tutti dovessero fare come te, ogni briciolo di bellezza e amore svarierebbe per sempre, facendo regnare le tenebre, la tristezza e l’odio su questo mondo.