domenica 22 febbraio 2015

Manie, difficoltà, ambiguità.

Devo dire che proprio non me la sarei aspettata una mail.
Avrei voluto scriverti una lettera per ringraziarti per gli auguri, invece mi sento costretto a scriverti subito. 
Manie.
Il senso non l'ho molto capito, sai? Sarà che un'intera giornata in biblioteca mi ha spossato un po'. Sai, le onde elettromagnetiche mi penetrano in testa e mi fanno fondere il cervello. 
Difficoltà.
Te l'avevo detto che avresti avuto molto da scoprire per quanto riguarda la persona che sono o che ero. Non riesco nemmeno a capire se e come son cambiato nel tempo. 
Ancora difficoltà.
Comunque quel blog è più me di quanto non lo sia io stesso. Ho cercato di immortalare ogni mia parte significativa fra quei post, quelle righe, quelle parole. 
Io sono tutte quelle parole e le parole, dunque, sono me. Mi riflettono la mia persona meglio di quanto non faccia uno specchio. Sono tutto ciò che ho. Sono ciò che sono, che ero e che sarò.
Ogni tanto mi sento messo a nudo quando qualcuno le legge. Figuratamente, si intende. Anche perché se fosse nel senso letterario della parola, non avrei problemi. 
Assenza di pudore.
Non sono tanto i tuoi sbagli, bensì la mia persona. È un casino, te l'ho detto. 
E di certo tutto quel casino non aiuta il mio limite di pazienza, che si sta abbassando sempre più. Senza contare che la ricerca di stimoli va sempre peggio, ma oggi, dopo aver mangiato cinese, ho aperto un biscotto della fortuna: qualcosa darà una svolta alla tua vita. Non so se fosse proprio così, ma il senso è quello.
Speranza.
Non aggrapparti troppo a quelle parole, non ti farà certo del bene.
Spero tu possa scusarmi per ogni volta che ti faccio barcollare tra cielo e abisso, ma sono ambiguo, si sa.
Ambiguità.
Ora vado, un abbraccio.
 
                         Tuo, ma non tuo, Itam.